Weston's drumming is filled with subtleties. He uses a light touch to
convey muted sensitivity by deftly massaging the skins and rims.  His
playing has a stark reality to it, a feeling of nomadic wandering without
hope of reaching nirvana. When his playing becomes brusque on "Vacuums IV",
the aggressiveness is overt to the point of being disconcertingly intense.
Weston puts a unique spin on the drum solo and creates tones of atypical
sonority. He is a sound explorer on an apparent endless quest for purity.--Frank Rubolino, Cadence (September 2000)

 
 
Even further to the "open space" extreme than [AMM percussionist Eddie] Prevost is a fine solo disc out this year (rec. 1998) by Massachusetts drummer Matt Weston, Vacuums (on Sachimay); some parts feature extended bouts of nothing, with only a crinkle or a tap suspended in 20 seconds at a time of waiting -- forcing, if you're paying attention, an extraordinary focus on the fine texture of the sounds. Other bits mix in electronics, tho it's often difficult to tell where the cymbals etc. leave off and the oscillators start; after all that silence there's also some hellacious loudness. Fans of Prevost or [Gino] Robair (also see, jeez) are urged to check out.  --Jim Flannery

 
 
[Vacuums] investigates placement of percussive events in temporal space,
with silence playing a huge -- even distracting -- role in "Vacuums I," less
so w/ each subsequent number until the final, #4 brings the noise thru added
electronic spasms, punctuated by sound negating pot slides.  The effect of
such space can seem calculated -- and yet still be disorienting, since we
don't usually learn how to feel the energy continued in silence. 
As Spock would say, "Fascinating."
--Jeff Bagato, Mole #13 (Fall 2000)

 
 
The name Friedrich Riesfeldt should be familiar to macabre Darwinists and
excretainment aficionados as the morbidly conscientious zookeeper from
Paderborn, Germany, who fed a constipated elephant enough Ex-Lax, berries,
figs and prunes to induce a 200-pound evacuation, underwhich the caretaker
happened to suffocate to death during the diligent administration of
Stampy¹s olive-oil enema.  If you¹re wondering what the event sounded like
from the inside, Matt Weston¹s Vacuums CD (Sachimay) will gladly cut your
head off and deliver you there.  His four-part suite for percussion and
electronics takes its title as seriously as police brutality ­ providing a
remarkably high void-saturation-per-cubic-minute ratio.  "Vacuums IV" is the
album's money shot, with electronics usurping control of the marquee and the
inter-Dumbo vegan interns, disillusioned about the unsuitability of
pachyderm polyps as makeshift hacky-sacks, chiseling triple-time through the
brick shitwall with blazing corkscrews.--Seymour Glass, Bananafish #14 (2000)

 
 
Congegni elettrici applicati alle pelli, pick ups per filtrare il suono dei piatti; la batteria espande il proprio corpo e le proprie possibilità espressive. Le sperimentazioni tecniche (molto spesso ingegnate dai musicisti stessi) hanno permesso allo strumento - non solo di emanciparsi dalla naturale tradizione di accompagnamento che aveva nei vari generi - ma anche di elevarlo a ruoli che non sono più strettamente ritmici. In tal senso, potete leggere a proposito di due ottimi esempi proprio su queste pagine elettroniche, ovvero de La Voyelle Liquide dei percussionisti Lê Quan Ninh e Günter Müller [per leggerne la recensione clicca qui] e del disco solista - 28 + alieni dell'italiano Mirko Sabatini [per leggerne la recensione clicca qui]. 

Discorso similare può essere fatto per Vacuums, primo CD di lunga durata del giovane percussionista americano Matt Weston, molto vicino per impostazione alle "preparazioni" del nostro Sabatini. Non a caso allievo di un'altra figura storica per le evoluzioni del concetto di percussione in jazz come Milford Graves, Matt Weston - oltre all'essere batterista - è un abile manipolatore elettronico. L'utilizzo "in parallelo" di campionatori e batteria sembra condizionare l'attitudine alla "scarsità" del suono. Il musicista, infatti, suona solo quello che è strettamente necessario utilizzando silenzi e battiti come mezzi espressivi di pari importanza. 

Nella prima parte "Vacuums I", colpi su varie parti della batteria sono intervallati da manciate di secondi in assenza di suono - o meglio - di silenzio digitale. Weston sembra volerci comunicare come sia labile il confine tra l'esistenza e la presenza di un suono e il suo contrario, ovvero l'assenza di suono. A livello tecnico, diciamo che è importante notare l'effetto ambientale della registrazione con microfoni piazzati in ogni parte della batteria per cogliere appieno ogni minima risonanza. 

"Vacuums II" è composta da piccoli scrosci, tocchi di piatti leggeri, accennati e poi nascosti. Su altri registri sonori è la terza parte del CD "Vacuums III" con un utilizzo ortodosso del timpano sulla cui pelle le bacchette non scandiscono i colpi ma rotolano. Non è azzardato presumere anche che il musicista stesso stia in questo momento premendo con le proprie dita sulle pelli per ottere risposte sonore via via differenti. L'ultima traccia ci presenta gli interventi elettronici più evidenti. Ciò accade nel mentre procede la performance (Weston ricampiona in tempo reale alcune sue parti per improvvisare sopra alle proprie basi) e in fase di missaggio, durante il quale alcune parti sono state spezzate, interrotte o distorte. È qui che la batteria diventa uno strumento dalle capacità fino ad oggi sconosciute, trasformando i propri suoni in specchi che vanno in frantumi, trapani, seghe elettriche. 

Valutazione: * * * * 

--Luca Pagani, All About Jazz (Italy)


 
 
Percussion and electronics master Matt Weston has released this experimental CD with compositions entitled "Vacuum". This is music very different from all the other projects in which he participates. In fact here he is the only musician doing all the electronics and percussion. The experimental music contained here goes from extremely subtle percussion passages, like in the beginning of "Vacuums II" for example to louder passages were he puts an emphasis on the intensity of his improvisation. Fans of experimental drumming will be delighted with this release. Favorite tracks: "Vacuums III" and "Vacuum IV". --Music Extreme

 
 
Solo percussion and electronics from this emerging Boston improviser. A subtle, intense, and spacious approach to percussion with a tinge of electronics. A good representation of post-Robair drumming. --Gary Lopez' Brevarium

 
 
...The four segments of "Vacuums" become slowly more active, from the first part (booms and rattles disappearing into the void, separated by long silences) to the last (a frenzied attack on the kit which threatens to shiver it to pieces with its sheer energy).

Weston has put together an involving piece here. It's tough to hold the listener's attention with this format but the idea of slowly increasing densities works well. ...Unlike most solo projects, this isn't a calling card so much as a slowly-unfolding idea about percussion, about the idea that comtemporary drumming is about texture and space these days, not rhythm. ...Weston is a man to keep an eye on. --Richard Cochrane, (musings)


 
 
Abrasioni rumoristiche dai vuoti tonali assoluti insufflati con un coacervo di sampler metallicin disegnano i contorni di un icnubo immaginario. Immaginate di venir rimpoccioliti fino ad essere misurabili in micron e di finire per vostra sfortuna all'interno della cassa di una chitarra elettrica. immaginate ora che qualche evento accidentale perturbi la vostra angosciante quiet nella rinnovata percezione del vostro mini-habitat: supponiamo per esempio che il vostro amato Fuffy, l'adorabile cane domestico regalatovi dai vostri genitori il giorno di Natale, decida di limarsi i cuscinetti sulle corde del vostro momentaneo rifugio. A mio parere sentireste uno dei "vacuum" del Weston. 

Mettendo da parte scenografie ancestrali, trovo che l'ascolto dei suoi esperimenti molto più divertente e decisamente meno inquietante di qualsiasi incubo microbiotico. "Alla ricerca apparentemente infinita della purezza", come ebbbe a sottolineare F.Rubolino della rivista di settore Cadance, Matt Weston, dopo aver conseguito il diploma in black Music al Bennington College (istituto nel quale ha studiato sotto la direzione di Bill Dixon, Milford Graves e Arthur Brooks - meritevole quest'ultimo di aver impegnato l'eccentrico percussionista in un tour europeo insieme al trombettista Alex Huberty, al quale risalgono le collaborazioni con il Rotterdam Improvisers Pool e con la crew olandese della School for New Dance Development), è attualmente componente dei Barn Owl (con il bassista Andy Crespo e l'electro fusioneer Chris Cooper), dei Compressions (con il sassofonista David Gross e il bassista Mike Bullock), nonchè dell'Ensemble V del maestro Arthur Brooks.

Più funzionale al suo solo-project la più recente collaborazione con il chitarrista Jlyas Ahmed e l'elettrocompositore Chris Cooper. la ratio di questa suite organico-rumorista è incentrata su un'ascesa soffocante da minimalsonorizzazioni del "silente" ad uno spin di brutali espettorati di eventi sonici atipici, capaci di risvegliare latenti aree di spazi sonori ricorsivi. --Vito Camaretta, The Vibes